Inno al Gioia di Scicli
"PROCESSIONE" DI PASQUA Ti avviso subito. Questo post sulla Pasqua di Scicli (RG) sarà diverso dai soliti presenti su Folle di corsa, privo dei consueti capitoletti e basato sul testo di una canzone di Vinicio Capossela.
Strofa per strofa, ritornello per ritornello, ci addentreremo sempre di più nella seguitissima e movimentata Festa dell'Uomo Vivo, di quel settecentesco Cristo Risorto definito affettuosamente il Gioia portato a spalla per la città.
Giravolte, corse, scatti, sbandate, sbilanciamenti della Statua tra la folla sono infatti proprio il segno di quella gioia (anzi, di quel Gioia) ritrovata.
E mentre leggi, ti consiglio di entrare nel clima della Pasqua di Scicli ascoltando L'Uomo Vivo (Inno al Gioia) di Vinicio Capossela che trovi qua sotto.
Ha lasciato il calvario e il sudarioHa lasciato la croce e la penaSi è levato il sonno di dosso e adesso per sempre per sempre è con noi
Dopo la contrizione della Quaresima e il dolore liturgico per gli avvenimenti dei due giorni passati, la Festa dell'Uomo Vivo rappresenta il trionfo di Cristo sulla morte. A Scicli, da secoli, questa vittoria si trasforma immediatamente in pura gioia, orgoglio e attaccamento.
Se il Padre eterno l'aveva abbandonatoOra i paesani se l'hanno accompagnatoChe grande festa poterselo abbracciareChe grande festa portarselo a mangiare
E' proprio così. Portatori e paesani dimostrano la loro incontenibile gioia portando in giro per Scicli la statua del Risorto sollevandola, inclinandola, facendola saltellare, correre, roteare. Dalla mattina fino a dopo mezzanotte, con solo una pausa di poche ore nel primo pomeriggio.
Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-iaLe dita tese indicano gio-gio-iaEsplodono le mani per la gio-gio-iaSi butta in braccio a tutti per la gio-gio-ia
La statua portata in trionfo da Scicli al grido esultante di Gioia, gioia, gioia risale agli ultimi anni del XVIII secolo, nell'epoca in cui la Festa andava stabilizzandosi e definendosi nei suoi aspetti principali (per un'accurata analisi storica della Pasqua nella città ragusana fatta dal blog Catholicaforma, clicca qui).
Custodita durante l'anno nella chiesa di Santa Maria La Nova, la statua lignea rappresenta il Cristo nelle sembianze di un giovane, dal corpo armonioso. In testa una patena e alle spalle i raggi del sole nascente.
La mano destra alzata è benedicente, mentre la sinistra regge un vessillo azzurro simboleggiante la resurrezione.
E' pazzo di gioia, è un uomo vivoSi butta di lato, non sa dove andareE' pazzo di gioia e è un uomo vivo
Di spalla in spalla di botta in botta le sbandate gli fanno la rotta
Possiamo dire che, se gli abitanti di Scicli sprizzano felicità da tutti i pori, la statua del Risorto, l'Uomo Vivo, Il Gioia non è da meno.
Il protagonista della Festa, infatti, non solo è in sintonia con la folla, ma sembra il più contento di tutti. L'abilità ed esuberanza dei portatori lo fanno saltare, roteare, correre qua e là, oscillare fino a piegarsi e toccare la gente.
Alziamolo di peso gioventù, facciamolo saltarFino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il marFino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finir
Dopo la messa domenicale di Pasqua, percorre le vie di Scicli una prima, composta e religiosa processione dedicata al Venerabile, il Santissimo Sacramento. Tuttavia, uscito il clero e il Santissimo da Santa Maria la Nova, i giovani (e il Gioia) ballano.
La gioventù infatti, come da tradizione, si impossessa della statua del Risorto sollevandola energicamente alla massima altezza possibile gridano ripetutamente tutti insieme: Gioia! Gioia! Gioia! Per più di un'ora, dentro la chiesa, i giovani, a brevi e regolari intervalli, continuano a sollevare la statua, sbilanciandola lateralmente, in avanti e indietro, gridando in coro, improvvisando, giocando e ridendo.
Poi, tornata la processione principale, verso mezzogiorno escono di chiesa.
In uno dei momenti più spettacolari dell'intera giornata.
Barcolla, traballa sul dorso della follaSi butta, si leva, al cielo si sollevaCon le tre dita la via pare indicareNemmeno lui nemmeno lui sa dove andareBarcolla, traballa al cielo si sollevaCon le tre dita tre vie pare indicare
Al rientro dello Stunnardu del Venerabile, al suono dell'Inno di Busacca, delle campane e dei fuochi d'artificio la statua dell'Uomu Vivu, con andatura avanti-indietro, dall'interno della chiesa appare sul sagrato, tra la folla esultante.
Evviva! e Gio-gio-gio-Giooooia! della città si confondono con i petali di fiori che scendono, a pioggia, dai balconi al passaggio della statua con il suo andamento ad onda, fatto di accelerazioni, frenate, abbracci con la folla.
In piazza Busacca, dove fino alla metà del 1800 si trovava una delle chiese tappa della processione, si conclude in bellezza la mattinata. I portatori, accompagnati dalla banda musicale, girano nella piazza, fino al fatidico "ultimo giro", mai prevedibile.
Dopodiché la statua viene deposta per qualche ora "di riposo", nella vicina chiesa del Carmine.
Perché è pazzo di gioia, e è l'uomo vivo
Si butta di lato, non sa dove andare
Di corsa a spasso va senza ritegno mai più su il legno
Non crede ai suoi occhi, non crede alle orecchie
Nemmeno il tempo di resuscitare, subito l'hanno portato a mangiare
Accelerazioni e rotazioni sono fatte tutte di corsa.
E questa non è una corsa podistica, un correre per sentirsi vivo, ma perchè Lui (il Gioia) è vivo.
Quella di Scicli è una corsa folkloristica, fatta di folle e dello stupore non solo del diretto interessato, ma anche dei moltissimi turisti e curiosi che ogni anno accorrono nella città siciliana.
Ha raggi sulla schiena irradia gio-gio-iaSi accalcano di sotto per la gio-gio-iaEsplodono le mani per la gio-gio-ia
Lo coprono i garofani di gio-gio-ia
Gioia gioia gioia viva per luiGioia gioia gioia viva per luiGioia gioia gioia viva per luiDi la, no, di qua, di la, di qua , no gioia gioia gioia
Il bello è che sono proprio i portatori a decidere dove andare, cosa fare, come farlo. Ogni anno, quindi, la Festa dell'Uomo Vivo è diversa.
Quello che è sempre uguale sono le folle, le esultanze, gli applausi, i Gioia!, i fiori, le campane, i fuochi artificiali.
E' pazzo di gioia, e è un uomo vivoEsplode la notte in un battimanoPer il Cristo di legno del Cristo col nero è tornato cristiano
E nel pomeriggio di Pasqua si riprende dalla chiesa del Carmine, fino a dopo mezzanotte, quando la statua torna un po' più tranquillamente nella chiesa dalla quale è partita.
Barcolla, traballa, sul dorso della folla
Quindi questa è la processione che va in scena a Pasqua a Scicli, una Festa fatta di partecipazione, esultanza, folle, corse, tradizione, gioia.
Fino a che arrivi in cima, fino al ciel, fino a che veda il marFino a che vita, che bellezza è la vita mai dovrebbe finirGioia gioia gioia gioia gioia gioia
Per concludere, la Festa dell'Uomo Vivo di Scicli è qualcosa di unico, indefinibile.
Uno straordinario patrimonio di tradizione in una città che, dal 2002, è anche Patrimonio Mondiale Unesco per il barocco.
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