La Storia che attende di essere letta ... ancora meglio
Vol. II
Continua da Una Storia che attende di essere letta.
Ringrazio Italia Medievale per aver rilanciato sul proprio portale questi due post.
FOLLE DI CORSA E FONT Se pubblicare un post dedicato al cambio del font usato nel blog è una mossa a dir poco folle, creare anche un secondo capitolo sullo stesso tema potrebbe sembrare un vero e proprio affronto verso il lettore.
Ma Folle di corsa, sia chiaro, ha solamente preso spunto dall'episodio e dal suo stesso logo per accompagnarti in una corsa nella storia della scrittura.
Ah, ti prometto che in questa seconda parte tutto sarà molto più semplice, scorrevole e leggibile.
Divina Commedia in Cancelleresca |
NELLA PUNTATA PRECEDENTE ti ho spiegato perchè ho scelto il Trebuchet, il carattere nato per catapultare le parole in rete ed essere chiaramente leggibile su schermo.
Poi, siamo passati ai Romani e alla loro scrittura che spesso, pur essendo molto chiara graficamente, è un insieme di abbreviazioni privo di punteggiatura e spazi. Il vero incubo, però, doveva ancora arrivare.
Il primo medioevo infatti è dominato dal Particolarismo grafico, cioè tante piccole scritture divise non solo per regione europea, ma anche per città (o monastero), tempo e tipo di testo da redigere.
Eppure, con l'arrivo della Carolina sul finire del VIII secolo, qualcosa sta per cambiare.
UNA SCRITTURA DI TUTTI Il protagonista di questa rivoluzione è Carlo Magno.
Re dei Franchi dal 768, dei Longobardi dal 774 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 800 al 814, egli decise di riordinare un po' di cose nel suo vasto e composito dominio, tra cui la scrittura.
Nasce così la Carolina, che richiama il passato romano e forse ti è familiare. Estremamente rotonda, equilibrata e ariosa, ha poche abbreviazioni o legamenti tra le lettere e, qualche volta, si intravedono anche degli spazi tra le parole.
Carolina |
Lentamente, la Carolina entra in uso per contratti, leggi, codici e cronache di una Europa ormai più sicura di sé stessa dal punto di vista economico, culturale e demografico.
Siamo entrati, per intenderci, nell'epoca dei Comuni. Niente più solamente monaci solitari rinchiusi nei loro scriptorium o schivi funzionari legati a poteri superiori, ma strade piene di frati con i loro volumi di teologia e banchetti di notai intenti a redigere atti.
Questa vitalità basso medievale, porta la scrittura ad adattarsi a seconda dello scopo di chi ha in mano la penna. Così, nei sempre più articolati uffici signorili e regi nasce la Cancelleresca, dai tratti graziosi e chiari.
Cancelleresca |
Tra mercanti, artigiani e cittadini si sviluppa la Mercantesca, una scrittura semplice e veloce, sia da scrivere sia da leggere. In questo modo, da bravi commercianti, si può prendere nota di tutto, dai conti del negozio (con tanto, letteralmente, di puntini sulle i) e appunti pratici ("occhio che in quella zona ti offrono da bere e poi ti derubano ...") fino ad arrivare ai bestseller del tempo.
Divina Commedia in Mercantesca |
Se ormai pensi che la strada sia tutta in discesa ti sbagli di grosso.
Dopo il Mille viene "costruito" un nuovo tipo di scrittura, presto divenuto celebre in tutta Europa. Lo stile piace soprattutto ai dotti e agli universitari che, grazie alle sue innumerevoli abbreviazioni e corpo uniforme, lo considerano più leggibile e pratico. Fortunatamente, non tutti sono di questa idea.
Gotica (1191) |
Infatti, questa scrittura passa alla storia con il nome spregiativo di Gotica, datole dagli umanisti italiani del Tre-Quattrocento che volevano distanziarsi il più possibile da quella scritturaccia da barbari.
Ovviamente, da buoni professionisti delle lettere, gli umanisti italiani (e in primis Francesco Petrarca) rinnovarono a loro modo come si doveva scrivere.
Tuttavia, come sarebbe accaduto a Cristoforo Colombo con le Americhe pochi anni dopo, sbagliarono il tiro: la loro Littera antiqua, che pensavano basata sul modello romano, in realtà era semplicemente una Carolina del pieno medioevo.
Littera Antiqua |
La bella e chiara scrittura degli umanisti italiani fu adottata con successo per la stampa (sui computer inglesi il nostro corsivo è sostituito, non a caso, da Italic).
IL LIETO FINE INFORMATICO Ah, la stampa ... bella invenzione, vero?
Peccato che per lungo tempo si dovessero comporre i testi delle pagine da "imprimere" sulla carta in modo lungo e paziente, formando parole, righe e paragrafi inserendo nel giusto ordine nelle matrici lettera per lettera.
Stampa datata 1499 |
Grazie a Dio, le moderne stampanti non sono più così.
E poi, chi ha più bisogno di stampare? Basta scrivere sulla tastiera, schiacciare il tasto "pubblica" e catapultare tutto in rete, fino al tuo schermo.
Magari usando il Trebuchet che, per un articolo di Wired (vai a Dislessia, basta il carattere giusto), sembrerebbe anche essere il font più leggibile dai dislessici.
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